La Sartiglia di Oristano: una storia tra tradizione e passione
La Sardegna vanta un legame profondo e speciale con i cavalli, simbolo di tradizione e abilità. L’Isola è patria di cavalieri di straordinaria destrezza e fama, protagonisti di numerose manifestazioni equestri che si svolgono durante tutto l’anno.
Tra gli eventi più prestigiosi spicca la Sartiglia di Oristano, che si tiene ogni anno in concomitanza con il Carnevale. Questa celebrazione, che attira visitatori da ogni parte del mondo, ha luogo la domenica e il martedì di Carnevale, quando i migliori cavalieri si sfidano nella tradizionale Corsa alla Stella. In sella ai loro cavalli e armati di spada, i cavalieri galoppano lungo il percorso tentando di infilzare una stella sospesa, un gesto che simboleggia abilità e prestigio.
La Sartiglia è una tradizione secolare, tramandata per oltre 500 anni, che affonda le sue radici nelle giostre medievali, quando i cavalieri mostravano forza e destrezza di fronte alla popolazione. Ancora oggi l’evento conserva intatto il suo fascino, capace di richiamare un vasto pubblico, rapito dall’intreccio di storia, folclore e spettacolo.
La manifestazione non si limita alla sola corsa, ma è arricchita da una serie di rituali dal forte valore simbolico. Tra questi spicca la vestizione di Su Componidori, il Capocorsa, colui che ha l’onore di aprire le competizioni. Durante il rituale, il Capocorsa viene vestito con abiti tradizionali e indossa una maschera androgina, mentre nell’aria risuonano squilli di tromba e rulli di tamburi. Questo rito segna ufficialmente l’inizio della Sartiglia.
A seguito dell’apertura da parte di Su Componidori, i cavalieri da lui scelti si susseguono nella corsa alla stella, in un susseguirsi di emozionanti tentativi che tengono il pubblico col fiato sospeso. Terminata questa prima fase, la festa prosegue con le spettacolari Pariglie: esibizioni acrobatiche a cavallo che evidenziano il coraggio e l’abilità dei cavalieri, capaci di compiere incredibili evoluzioni al galoppo.
La Sartiglia si conclude con un altro momento di grande suggestione: la svestizione di Su Componidori. Solo con la rimozione della maschera il Capocorsa ritorna ad essere un cavaliere come gli altri, pronto a ricevere l’abbraccio e le congratulazioni dei compagni, suggellando così la fine di una giornata carica di emozioni e tradizione.
Questo evento, tra i più sentiti e rappresentativi della cultura sarda, continua ad affascinare e a mantenere vivo il legame tra l’Isola e i suoi cavalli, testimoni di una storia che si rinnova ogni anno con lo stesso entusiasmo.